lunedì 19 agosto 2013

79


Io ho una passione, un'attrazione, per le teste con dentro qualcosa di storto. Non per le teste storte, beninteso, per quelle che riescono a convivere con quella roba lì che ho dentro anch'io. Ma il problema non è questo, anche se un po' lo è, per me :-) Il problema è che quella roba storta, dentro alla testa degli altri, scodinzola, quando mi vede... Salta sulle zampe dietro, corre in giro, fa le feste, e, in buona sostanza, scombussola tutti gli elaborati equilibri e compromessi che c'erano prima. E se lo facesse nella mia, di testa, andrebbe anche bene. Solo che lo fa nella testa delle persone a cui voglio bene. E io non voglio che succeda. Ma non voglio neanche uccidermi...

giovedì 8 agosto 2013

78


Bon, dai... Allora, esistono i posti buoni, credo, anche se non ne conosco. Poi esistono i posti cattivi, e ne conosco due o tre. Non che serva a niente, conoscerli, riconoscerli. Non ti fanno del male, ti fanno solo sentire scomodo, ma se ti comporti nei dovuti modi, modi ovvi, normali, tipo non inciamparti in una radice perchè sei distratto o non salire su una barca quando il cielo ti fa segno di no con l'indice, non ti fanno del male. Ma, volevo dire, il bosco è abituato alla gente. Magari non gli piace, ma ci è abituato. Forse un giorno andrò a Bialovieza, e vedrò un bosco vero, ma sarà comunque un bosco in cui l'albero più vecchio ha un trisnonno che si ricorda degli umani che passavano di lì. Ma il mare... Gli alberi ti tollerano, in qualche modo devono farlo, o, per dirla in altro modo, sono un po' addomesticati. Ti lasciano passare attraverso con un sospiro di rassegnazione. Ma il mare... E anche la roccia, la roccia non mi piace, ma sta lì e se ne fotte di te, sei tu che ci cadi giù. Ma il mare... Datemi l'acqua piccola, i ruscelli, gli stagni, le pozzanghere. Ci sono da ieri, possiamo capirci. Io amo l'acqua piccola, non riamato, credo, ma insomma andiamo d'accordo. Ci succedono dentro cose belle e cose brutte, ma sono cose che capisco. E, al limite, anche i fiumi, e i grandi laghi. Possiamo, io e loro, trovare un compromesso, un modus vivendi. Ma il mare...

Il mare è qualcosa che nessun uomo può capire. Lo si può accettare per fame, per orgoglio, per vanità, ma il mare non è che sopporti gli uomini, e non è neanche che se ne fotta, degli uomini. Il mare li odia proprio, gli uomini. E se non senti cosa ti dicono le onde sulla spiaggia, non sei solo più sordo di me, sei anche parecchio, ma parecchio distratto. Perchè se tu non lo fossi, saresti da un'altra parte, raggiunta correndo.

Ma, d'altro canto, io sono uomo dei boschi, bisogna anche dire...

Però il mare non ha un colore. E questo non so, se vada a suo merito.

mercoledì 1 maggio 2013

77

"L'amore è il paese dove vai a cercare l'unica misericordia che salva". E' una bella frase, di Pangborn, ma non è vera. Se cerchi misericordia vai da uno psichiatra. L'amore è il sole di luglio e la luna gelida di febbraio, questo è.

lunedì 22 aprile 2013

76

Mio giovane amico, una cosa devi sapere: gli anni non portano saggezza. Portano paura, e fame. Una fame che non puoi saziare.

lunedì 4 marzo 2013

75


La vita dovrebbe essere più pietosa, con i vecchi. Dovrebbe toglier loro ricordi e speranza. Impedir loro di pensare a quel che è stato, e impedir loro di pensare che qualcosa possa essere. Se non c'è domani, perchè crederlo? Non dovresti, vita, lasciarmi immaginare un'altra mattina dopo una lunga giornata portata faticosamente a sera. Perchè senza speranza non c'è delusione e, alla fin fine, chiedo solo un po' di pace, un riposo, il sollievo di una nebbia che cancelli tutto, tutto quel che è stato, e tutto quel che avrebbe potuto essere, e tutto quello che non sarà. Sonno, solo sonno.

venerdì 25 gennaio 2013

74


Passo, passo, passo,

cammina e pensa.

Passo, passo, passo,

il freddo e il vuoto.

Gelide stelle, gelido cielo,

gelida neve, gelido suolo.

E tu

te ne vai

nell’universo di niente,

e tu

te ne vai

via dalla gente…

Passo, passo,  passo,

cammina e suda,

passo, passo, passo,

nel niente del mondo.

Gelide stelle, limpido cielo.

E la luna, la luna, la luna…

E io

me ne vado

nel gelido niente.

E io me ne vado

via dalla gente.

Io me ne ne vado

dove non c’è nessuno.

Dove son sempre stato,

dove non c’è niente.

(Ok, ok, non sarà un capolavoro, ma non la si sente la musica sotto? Dove passa dal minore al maggiore?)

mercoledì 9 gennaio 2013

73


Ho fatto la zuppa di pollo. L’altro giorno. Neanche male, cipolle, patate, pollo, panna, origano, salvia, olio d’oliva, e una pacca di peperoncino, per via che mi piace. Fatta sobbollire per due ore. Vabbè, ma come sempre ne ho fatta troppa. Ora, ho il vantaggio, vivendo in culo al mondo nei boschi, che l’umido, per me, non è un problema. Anni fa c’erano le faine, poi è passata la volpe, poi il cane dei vicini, e innumerevoli topi e arvicole. Tu metti fuori dalla porta gli avanzi, e la mattina dopo, puf, sono scomparsi. E se li metti fuori nella padella, hai anche la padella leccata a lucido.

Quest’anno ci sono quattro gatti. La mamma e i tre figli, bizzarramente dotati, tutti e tre, di metà della coda regolamentare. I gatti, mi si dice, odiano il peperoncino. (E, oltretutto, non vedo perché un gatto adulto dovrebbe aver gli enzimi per demolire il lattosio della panna, ma non so un cazzo di queste cose). Beh, hanno guardato per un po’ la zuppa, l’hanno leccata, hanno anche assaggiato il pollo, ma non erano molto convinti.

Lungo preambolo per la frase storica J. Questa sera la padella era a specchio.

Voglio dire, se fuori la notte è nera, e fa freddo, e hai fame, lo trovi, lo trovi il modo di gestirti un po’ di bruciore al buco del culo.

Ma anche no, alle volte.